Una volta terminata l’università di lingue o di traduzione inizia il mondo reale. Uscirai dall’ateneo carico di principi, ideali e tanta impreparazione – non che l’università abbia sempre colpa, è piuttosto una situazione della società in generale. Fondamentalmente, devi conoscere gli argomenti che traduci, ti serve esperienza di vita vissuta, comprendere l’economia del lavoro e tante altre competenze che normalmente ci si aspetta da un trentenne-quarantenne. Chi ti darà lavoro se la tua traduzione non è a quel livello? Chi investirà nella tua crescita per altri 5-10 anni? Niente paura, basta saperlo, poi ci si regola!
Ti servirà un piano, sviluppalo cosciente delle tue capacità, senza sopravvalutarti. Inquadra innanzitutto che tipo di persona sei e quali sono le tue aspettative.
Sei una persona meditativa che ama il silenzio dei libri oppure ricerchi il contatto con gli altri? Quanto pensi che ciò dipenda dal rapporto con i genitori, magari dal bisogno di evasione o da altri sentimenti che spesso mutano dopo che hai visto il mondo e hai fatto famiglia? Sei pronto a rischiare e forse a perdere tutto? Vuoi guadagnare molto o cerchi anche altro? Hai i mezzi economici per investire nel tuo futuro o devi avanzare per gradi?
Simili domande ti aiutano a capire quale lavoro ti si addice, se potrà restare la tua professione per una vita e se ti insegnerà ciò che ti serve per passare al livello successivo.
Ecco alcuni scenari lavorativi che potrai considerare:
- Corrispondente estero in azienda: quando si lavora, ad esempio, nel commerciale estero di una fabbrica, l’attività linguistica non è sempre la traduzione pura che ci aspetta. In alcune realtà si traducono solo lettere commerciali, in altri si affrontano problematiche linguistiche profonde, ma è pur sempre vero che in azienda si fa esperienza pratica sulla realtà che si tratta nella traduzione, si impara cioè a comprendere l’argomento prima di scrivere. Inoltre, la garanzia d’un parttime permette a molti di sviluppare i propri progetti linguistici nel resto della giornata e questo è stata una manna per molti traduttori. Infine, a chi piace, questo è spesso un modello di lavoro in team, che fa socializzare, dà sicurezza e consente di fare carriera.
- Freelance: l’attività indipendente, da casa, con il pc sulla spiaggia, è purtroppo un sogno anni ’90 clamorosamente fallito. Ad eccezione di pochi traduttori freelance affermati, di rara esperienza e che magari hanno avuto la fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto, i freelance oggi faticano ad arrivare a fine mese, gravati da tasse elevate, prezzi di mercato insufficienti a coprire le spese, dall’incertezza di non essere pagati, dall’instabilità tra picchi di richieste che fanno lavorare anche la notte e intere settimane di disoccupazione e, soprattutto, penalizzati da un modello di lavoro in solitario, senza il confronto costruttivo con i colleghi e senza vere opportunità di formazione e approfondimento. Ma non è tutto male, l’instabilità economica e l’impossibilità di pianificare il proprio tempo sono talvolta ripagati da momenti di libertà e, come nel lavoro in ufficio, anche qui ci possono essere grandi soddisfazioni professionali.
- Traduttore interno in un’agenzia: esistono agenzie (che comprano e rivendono traduzioni) e studi (che svolgono direttamente parte o tutte le traduzioni) e, anche qui, ogni impresa è diversa dalle altre. Certamente, lavorare in un’agenzia prevede attività commerciali e di rilettura dei testi tradotti dai fornitori esterni, mentre lavorare in uno studio presenta in generale un maggior lavoro di traduzione. Ci sono poi aziende serie e altre meno, dove ad esempio ti metteranno a tradurre testi verso una lingua che non è la tua lingua madre. In generale, mi sento di metterti in guardia dalle agenzie perché sono spesso strutture economicamente instabili.
- Traduttore interno a SMG: SMG è un gruppo di studi di traduzione che produce direttamente la maggior parte dei testi tramite staff operante all’interno delle proprie sedi. Il lavoro interno presso la nostra azienda è molto duro, i ritmi sono serrati e a tutti viene richiesto di mettersi in gioco, anche quando crescere è difficile. SMG dà molto, ma pretende molto, ti accoglie in famiglia e pensa a te, ma si aspetta rispetto e dedizione. SMG è per veri duri!
Luca Moretto
Amministratore di Studio Moretto Group