La traduzione per il settore cosmetico è un bizzarro mix di emozioni profonde e tecnicismi ad alto rischio. Diversamente da ciò che comunemente si sente dire, questa non è materia per appassionati di aggettivi esotici che amano perdersi nell’ambiguo del caos interiore. E’ piuttosto l’arte ragionata del comunicare le caratteristiche tecnico-scientifiche di un prodotto che ha spesso un impatto sulla salute e che pertanto non ammette approssimazioni linguistiche.
Per conquistare il cliente, serve comunicare il valore del prodotto cosmetico suscitando il suo interesse e, soprattutto, rassicurandolo. Il testo originale e la sua traduzione in lingua straniera vanno concepiti per stimolare il desiderio all’acquisto: “Quel prodotto mi serve, migliora la mia vita sociale”. Suscitiamo questi sentimenti di necessità e aspirazione nel cliente straniero solo quando ne conosciamo la cultura, i valori profondi, le fobie da evitare e le priorità da assecondare; insomma, dobbiamo saper muovere le leve della psiche come uno psicologo esperto.
Per raggiungere una tale efficacia nella creazione e nella traduzione di un testo cosmetico in lingua straniera non bastano un paio di espressioni evocative che conosce il collega in ufficio, né ci potrà aiutare uno straniero che vive da molti anni nella nostra nazione e che ha così perso la struttura mentale della cultura d’origine perché vive immerso nella nostra. Cerchiamo piuttosto personale linguistico direttamente all’estero o, se possiamo permetterci un approccio più professionale, incarichiamo una società di traduzione che disponga di traduttori all’estero e che gestisca per noi le fasi di analisi del testo, traduzione e revisione/correzione, considerando le specificità tecniche della terminologia cosmetica e le implicazioni psicologiche della cultura target.
Quali caratteristiche dovrà avere il traduttore cosmetico ideale? Quali caratteristiche richiedere al personale della società di traduzione che ci assiste?
- Essere madrelingua nella lingua d’arrivo, comprendere bene la nostra lingua di partenza e, possibilmente, risiedere nella nazione d’origine. Ciò spesso non è tuttavia sufficiente, il linguista deve saper utilizzare la propria lingua madre con efficacia, in modo da muovere le leve psicologiche del lettore – tale competenza è più frequente nei traduttori con oltre 30 anni d’età.
- Conoscere il settore cosmetico per comprenderne gli aspetti tecnici e scientifici.
- Lavorare con colleghi traduttori e revisori che lo assistano, correggono e migliorano la sua traduzione – ricordiamo che un team ben assortito e coeso colma le lacune dei suoi membri e genera risultati editoriali sorprendenti.
- Potersi confrontare con il cliente per capire il livello di preparazione del pubblico target: tempo fa, il nostro studio di traduzioni dovette tradurre in inglese il termine “precursore chimico” per un’industria tricologica e, sebbene la traduzione proposta fosse scientificamente corretta, fummo sorpresi nel notare che il pubblico dei parrucchieri non conosceva questo termine nella propria lingua. In simili casi, è necessario concordare una soluzione comunicativa col cliente.